Verso la fine del film Il Padrino I, Michael Corleone è in chiesa come padrino del figlio della sorella Connie. Una drammatica musica d’organo accompagna la scena, come il prete intona: “Rinuncia a Satana… e a tutte le sue opere… e a tutti i suoi sfarzi?” – mentre i capi delle famiglie mafiose in lotta fra loro vengono tutti cancellati per volere di Michael. Contemporaneamente diventa sia padrino del nipote, sia padrino della famiglia regnante Corleone.
Padrini e madrine esistono sin dall’origine del cristianesimo, quando la Chiesa era perseguitata da parte dell’Impero Romano ed essa stessa doveva impedire l’infiltrazione pagana. I padrini avevano vari ruoli: attestare l’integrità dell’individuo adulto che riceveva i Sacramenti dell’Iniziazione; servire come guide spirituali se i genitori di un bambino venivano martirizzati e avevano bisogno di una guida nella fede; per proteggere la dottrina della chiesa dal paganesimo e dalla persecuzione. Dopo l’800 d.C., quando il battesimo dei bambini divenne comune, il ruolo del padrino cambiò in quello che generalmente intendiamo oggi: sono adulti che si impegnano ad assistere i genitori nell’insegnamento della fede cattolica ai bambini.
Ora la nomina dei padrini viene sottoposta a un esame minuzioso nel paese che ospita la Chiesa cattolica. La diocesi della città siciliana di Catania ha promulgato nell’ottobre 2021 un divieto triennale di nominare i padrini ai battesimi. I funzionari della Chiesa affermano che la tradizione ha perso ogni significato spirituale. Invece, dicono che sia diventato un modo per le famiglie di migliorare le proprie fortune creando legami vantaggiosi, a volte con loschi personaggi locali. Non solo a molti padrini manca la fede, ma molti vivono vite peccaminose o criminali. In alcuni casi la posizione è stata utilizzata per ricatto sociale e usura.
Mentre i funzionari della Chiesa affermano che il motivo principale per eliminare i padrini è dovuto alla secolarizzazione della posizione, anche l’influenza della mafia ha svolto un ruolo importante. Alcuni parroci hanno accolto con favore i divieti per dare loro una pausa da personaggi discutibili che li minacciavano nel nominare padrini specifici. In effetti, i pubblici ministeri italiani hanno tracciato i battesimi per mostrare come i boss della malavita influissero in tali eventi. A Reggio Calabria, patria della ‘ndrangheta, l’arcivescovo ha proposto un divieto di 10 anni sulla pratica perché per lo sfruttamento da parte dei mafiosi. Ad Aci Trezza, cittadina a circa 10 km a nord di Catania, la diocesi ammette i padrini, ma impone loro di firmare moduli in cui giurano di essere credenti e non mafiosi.
Nel 2014 Papa Francesco ha preso posizione contro la criminalità organizzata scomunicando tutti i mafiosi. Recentemente è stato avvicinato dal clero del sud Italia che vuole il suo appoggio sulla questione dei padrini. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, vicino a Palermo, è un accanito critico mafioso e sfida l’idea che i boss criminali abbiano un lato paterno: “La mafia ha sempre preso il termine padrino dalla Chiesa per dare ai suoi capi un aspetto di religiosa rispettabilità.” Nel 2008 Pennisi ha ricevuto minacce di morte dalla mafia dopo aver vietato i funerali religiosi per noti boss. All’inizio di quest’anno, ha condannato la decisione di un prete locale di lasciare che il figlio del famigerato mafioso, Toto Riina, diventasse il padrino di sua nipote.
Il prete proveniva dal famigerato villaggio di Corleone, reso famoso dal romanzo di Mario Puzo e dal film di Francis Ford Coppola, Il padrino. Il confronto tra sacerdote e arcivescovo ha portato Pennisi a vietare a chiunque fosse stato condannato per “reati disonorevoli” di fare il padrino. Ma la radicata cultura dell’omertà – il codice del silenzio della mafia – renderà queste sentenze difficili da far rispettare?
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