Molte settimane fa, ho scritto questo post, in cui descrivevo Ennio Morricone come “una leggenda vivente”. Il 6 luglio 2020 è morto a Roma dove è nato e vissuto. Lui rimarrà una leggenda, e la sua musica perdurerà.
Sergio Leone ed Ennio Morricone sono nati a Roma alla fine degli anni ‘20, a soli tre mesi di distanza. Entrambi figli d’arte, i propri padri sono stati i loro primi insegnanti. Nessuno dei due parlava bene inglese, nonostante la loro popolarità nel mondo anglosassone. Per un breve periodo sono stati anche compagni di classe. Leone e Morricone alla fine sono stati una delle coppie professionali fra regista e compositore più famose ed esemplari nella storia del cinema.
Leone ha iniziato la sua carriera come assistente alla regia con Vittorio de Sica, durante la produzione di Ladri di biciclette nel 1948. Ha continuato a dirigere epopee, come Gli ultimi giorni di Pompei e Il colosso di Rodi. Più tardi, Leone si rifiutò l’offerta di dirigere Il Padrino perché ha preferito lavorare su una storia di gangster che sarebbe diventata il suo capolavoro. A metà degli anni ’60, quando il pubblico perse interesse per le epopee storiche, Leone si rivolse a un genere che lo aveva incuriosito fin dall’infanzia: il Western americano.
Fin da piccolo, Morricone suonava diversi strumenti, in particolare la tromba. Ha composto i suoi primi pezzi all’età di soli sei anni. Più tardi ha scritto musica per il teatro, sia musica classica per voce, che per pianoforte. Poi ha iniziato a scrivere e ad arrangiare musica per film come ghostwriter. Sebbene avesse composto musica per alcuni film Western, è stato l’arrangiamento per una canzone folk americana a catturare l’attenzione di Leone.
I punti di svolta nelle carriere di Leone e Morricone sono arrivati a metà degli anni ’60 collaborando ai seguenti film: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono il brutto il cattivo. La trilogia è diventata nota come la trilogia dei dollari e anche come la trilogia dell’uomo senza nome. Ogni film ha avuto maggiore successo finanziario e tecnico rispetto al precedente, e ciascuno artista ha contribuito a durature innovazioni nel genere.
Leone ha ridefinito la trama del Western, i personaggi e lo stile; e anche lo stesso personaggio del cowboy americano cambia nell’aspetto, nel carattere e nella motivazione. Finiscono gli uomini belli e ben vestiti con cappelli bianchi per gli eroi e cappelli neri per i cattivi. I personaggi di Leone sono più realistici e complessi, spesso “lupi solitari” che sono moralmente ambigui. Le relazioni ruotano attorno a denaro, potere e punizione. La violenza dilaga. La cinematografia di
Leone è sbalorditiva: spesso contrappone scatti ravvicinati di volti sporchi, con la barba lunga e minacciosi a lunghe riprese di una bellissima terra, sebbene sterile, tipiche del Vecchio West, insieme a scatti interni splendidamente incorniciati.
Invece di arrangiamenti orchestrali usati nei precedenti Western, Morricone usa spari, fruste, fischi, voci, arpa ebraica, tromba e la nuova chitarra elettrica. I suoi effetti speciali hanno punteggiato l’azione e contribuiscono a creare un effetto viscerale. Per Leone, la musica eclettica e toccante è stata protagonista dei suoi film. Si diceva che continuasse le scene perché non voleva che la musica finisse, il che probabilmente ha contribuito a film un po’ lunghi e lenti.
Dopo la trilogia dei dollari, Leone e Morricone hanno collaborato alla cosiddetta trilogia di c’era una volta. La partitura di Morricone per il primo film, C’era una volta il West, è oggi una delle partiture strumentali originali più vendute al mondo. Il terzo film, C’era una volta in America, è il geniale capolavoro di Leone. Con Robert de Niro, è storia di gangster e di amicizia a Manhattan negli anni del proibizionismo americano.
Leone morì cinque anni dopo, nel 1989, all’età di 60 anni, ponendo fine al rapporto tra i due artisti. Morricone ha continuato a collaborare con molti altri registi, tra cui Brian De Palma (Gli intoccabili), Giuseppe Tornatore (Cinema Paradiso) e Franco Zeffirelli (Amleto). Ma questa “leggenda vivente”, che ha composto più di 400 colonne sonore per film e televisione, è probabilmente meglio conosciuta per la varietà di generi nel suo repertorio, che comprende opere corali, temi romantici, jazz e melodie dell’Africa. Ha ricevuto sette nomination agli Oscar per le sue colonne sonore. Infine Morricone è stato insignito della migliore colonna sonora originale nel 2016 per The Hateful Eight di Quentin Tarantino.
Sergio Leone non ha mai ricevuto un Oscar, nemmeno uno onorario. Forse è perché ha prodotto “Spaghetti Western”, quasi sempre scontati con un tono denigratorio. Forse perché un italiano ha avuto l’audacia di perfezionare un genere di Hollywood. Forse perché Hollywood era passata ai film di James Bond e ad altre cose. Ma la storia del cinema sicuramente darà credito a Leone per la sua visione innovativa in diversi generi e per aver portato le musiche di Morricone nella cultura popolare.
Ho indovinato che tu avresti scritto sul Morricone. Un buon articolo su un bravo compositore! Hai fatto bene! Per caso, vorresti leggere il libro recente di Peter May, A Silent Death? L’ho finito. Jean
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