Questo è il terzo e ultimo articolo di una intervista, in tre parti, alla mia insegnante di italiano e curatrice dei miei post, Eleonora Vieri. Nella Prima Parte, ha fatto un resoconto di prima mano sulla pandemia in Italia. La settimana scorsa, ha parlato della sua infanzia, della sua istruzione e di come è diventata insegnante di italiano per stranieri. Questa settimana parlerà del suo approccio all’insegnamento sia in presenza, che via Skype, quest’ultimo particolarmente importante durante l’attuale distanziamento sociale.
Se sei interessato a imparare l’italiano o a fare esclusivamente conversazione in italiano con un’ interessante e affascinante insegnante madrelingua, dai un’occhiata al sito web di Eleonora: www.italianviaskype.net o mandale un e-mail al seguente indirizzo: eleonoravieri@gmail.com .
“Ho avuto studenti da molte parti del mondo, sia in presenza che su Skype, per lo più adulti, ma anche adolescenti e bambini, di qualsiasi livello linguistico. Studenti appassionati della lingua e della cultura italiana, perché di origini italiane o semplicemente perché l’italiano è “una bella lingua” e la usano spesso per viaggiare in Italia. Studenti di italiano per motivi professionali: diplomatici, religiosi, universitari, interpreti.
“Ho iniziato a fare lezione su Skype circa 10 anni fa (già da prima lavoravo come insegnante in diverse scuole). Ho cominciato da sola, completamente da sola, non sapevo da che parte farmi, quali materiali, di che tipo, quale mezzo usare, l’ora…il fuso orario, i pagamenti… l’imbarazzo di una cosa nuova, ecc. . Ma, ecco che sono ancora qua, continuo a fare lezione online, persino con i primi studenti che hanno avuto il coraggio e la curiosità di intraprendere questo viaggio insieme a me.
“Il vantaggio delle lezioni online è che non è necessario fare 10.000 km per avere un insegnante madrelingua, il mondo diventa veramente piccolo, dalla poltrona di casa tua possiamo comodamente fare “quattro chiacchiere”…, e anche un po’ di grammatica naturalmente ;)…. mantenendo la vivacità nello scoprire differenti culture.
“Un altro vantaggio è che non è necessario comprare materiali, io invio tutti i compiti per e-mail, a meno che lo studente non sia così ambizioso da voler comprare personalmente i propri libri.
“È una buona situazione per praticare una lingua straniera, perché in questo caso il professionista deve essere necessariamente di madrelingua, e non sempre si ha la possibilità di trovare insegnanti madrelingua nel posto dove si abita. Chi abita in una metropoli, ok! Ma per chi abita in un paesino, in una zona di campagna o di periferia… non penso sia facile. E così, io che vivo a Castiglione del Lago, posso facilmente parlare con la mia studentessa di Berettyòùjfalu in Ungheria.
“Io insegno a tutti livelli. Le richieste sono per la stragrande maggioranza individuali, ma se arrivano richieste di lezioni di gruppo sono sempre una buona opportunità di apprendimento.
“Che l’insegnante sia madrelingua, penso sia un requisito fondamentale, necessario, auspicabile. Come una mela ti può comunicare il sapore, l’aroma, il profumo di un’arancia? Come una chitarra può riprodurre il suono di un pianoforte?
“L’italiano, come per te l’inglese, il francese, il bengalese… fa parte del mio DNA, è il sistema lingustico-culturale a cui appartengo, è la mia competenza di parlante nativo.
“Naturalmente il vivere in Italia non è cosa da poco. Si partecipa dal vivo (non a distanza) alla vita sociale, culturale, politica, familiare del Paese…se ne percepiscono i dettagli, le sfumature… se ne respira l’aria.
“Ma certo è, che se ne diventa più consapevoli solo stando a contatto o comunicando con altri “diversi” da te. Così io conosco sempre di più l’Italia tramite persone di altri paesi. La differenza permette la consapevolezza.
“Da quando ero all’ università e ho iniziato a viaggiare all’estero per impare le lingue, mi sono resa conto che la mia conoscenza dell’Italia e dell’italiano si è espansa e si è allargata grazie alla conoscenza di altre lingue e culture.
“Da molti anni frequento gli americani per lavoro e per amicizia, e che dire, la loro facilità nel relazionarsi è spiccata. La socievolezza. Forse, proprio perché gli Stati Uniti sono da sempre abituati a convivere con differenti nazionalità. Sono flessibili, aperti alla diversità dell’altro. Sono dei buoni compagnoni diremmo in italiano. Sono accoglienti. Generosi.
“Infatti sono stata ospitata a Santa Barbara, da miei amici studenti: Joel, Michelle, Tama e Barbara. Ho potuto conoscere un po’ di questa parte d’America, il territorio, le abitudini e non ultimo il vino. E ribadisco ciò che ho sottolineato sopra.
“Sono stata benissimo, come una nipote.
“Certo come italiana, mi adatto difficilmente a caffè che non siano italiani o a certi orari, come quello della cena, molto anticipato rispetto all’Italia. Ma ciò è anche un motivo per sorridere. È un sacrificio, ma siamo belli per questo. Ognuno è diverso.
“Per quanto riguarda l’apprendimento dell’italiano, gli americani, come per tutti i madrelingua inglesi, la difficoltà maggiore risiede nella “flessione” dell’italiano. Per intenderci la flessione permette di esprimere in generale, attraverso desinenze, categorie grammaticali come il genere, il numero, ecc. .
“Per es. : -o, è la desinenza che indica il genere maschile singolare. L’inglese è quasi privo di flessione, quindi per un madrelingua inglese è necessario del tempo per far funzionare questo ingranaggio.
“Poi, un’altro punto critico potrebbe essere la pronuncia di certi fonemi come /r/, /t/, o la pronuncia delle consonanti doppie.
“L’uso delle preposizioni, dei tempi, dei modi, ma non solo per gli americani ;).
“E poi, come succede a tutti quando si apprende una lingua straniera, il punto più complesso, più profondo, non superficiale come la pronuncia di una /r/, è la comprensione dei concetti culturali, connessi ad appropriate espressioni linguistiche.
“Così se ricevo un pacco da un qualsiasi corriere, non lo saluterò dicendo: ciao tesoro, amore mio! Solo perché gli italiani usano espressioni calorose di questo genere. No! Esistono situazioni differenti ed espressioni appropriate a tali situazioni. È solo un piccolo esempio.
‘Un altro punto fondamentale è l’andare al di là degli stereotipi. Per esempio non tutti gli italiani parlano ad alta voce, o la famiglia italiana non è sempre “il paradiso terrestre”, ecc.
“Ogni lingua è espressione di una determinata cultura, quindi imparare una lingua straniera significa assorbirne la cultura, comprenderla e sapersi adeguatamente esprimere in quella lingua, in diverse situazioni.
“Infine vorrei ringraziare Barbara, che mi ha fatto scoprire e riscoprire il piacere di scrivere. La ringrazio per avermi dato l’opportunità di condividere l’esperienza della pandemia, facendoci sentire tutti un po’ più vicini umanamente, per la possibilità di parlare del mio lavoro ad un pubblico, quello americano, che ha sempre dimostrato interesse verso l’Italia.
“Di solito leggo gli scritti altrui, come il blog di Barbara sulla cultura italiana, di cui apprezzo la vivacità, la freschezza e l’agilità, con cui riesce costantemente a trovare temi diversi ed interessanti sull’Italia.”