Mussolini e Trump

Questo è il primo di una serie in due parti sul fascismo.  La prossima settimana: Le domande di Albright

All’inizio del suo libro, “Fascismo: Un Avvertimento”, Madeleine Albright cita Primo Levi (1919-1987), un chimico italiano, un partigiano, un sopravvissuto all’Olocausto e uno scrittore: “Ogni epoca ha il proprio Fascismo”.  È vero oggi in Europa e negli Stati Uniti, così come è stato nel corso della storia.  I problemi principali dell’Unione Europea oggi sono l’Ungheria e la Polonia.  Viktor Orban in Ungheria ha indebolito la democrazia modificando le leggi elettorali, riempiendo i tribunali di alleati e insistendo su una copertura mediatica acritica.  In Polonia, Jaroslav Kaczynski ha adottato un approccio simile, principalmente neutralizzando il sistema giudiziario. La Albright, che è nata in Cecoslovacchia ed è stata la prima donna Segretario di Stato degli Stati Uniti sotto il presidente Bill Clinton, dedica capitolo dopo capitolo agli autocrati moderni, iniziando con Benito Mussolini e finendo con Donald Trump.

Seconda la Albright, il fascismo non è un’ideologia, ma un mezzo per ottenere e mantenere il potere.  È la volontà di fare tutto ciò che è necessario – adottando anche l’uso della forza e calpestando i diritti degli altri – per vincere e indurre all’obbedienza. Il fascismo nasce da un ambiente sociale di disordini: rabbia e insoddisfazione tra la popolazione, conflitti e scioperi, un senso di disparità di trattamento, un governo debole e corrotto e la mancanza di “un centro” per governare o trovare soluzioni. Questo era vero per l’Italia dopo la prima guerra mondiale. Mussolini era un leader magnetico che sfruttò una diffusa insoddisfazione promettendo tutto a tutti. Non metteva a confronto una classe contro un’altra, ma voleva che tutti fossero uniti: lavoratori, studenti, soldati e uomini d’affari. In un processo graduale, abolì tutti i poteri concorrenti, eliminò la libertà di stampa, nominò personalmente i funzionari municipali e prese il controllo della polizia nazionale.

Trump è diventato presidente in circostanze simili. Per anni, c’è stata una crescente disparità economica tra “coloro che hanno” e “coloro che non hanno”. Inoltre, il New York Times ha recentemente riferito che connessa al progresso sociale è una diminuita qualità della vita in America negli ultimi dieci anni, anche se è aumentata quasi ovunque. Sia la gente, che i politici sono diventati politicamente polarizzati. C’è poco compromesso nel governo – nessun “centro” calmante per trovare soluzioni e unificazioni. I disordini razziali e sociali hanno portato a manifestazioni e violenze. Mentre Mussolini cercava di governare e incitava l’unione sotto il suo potere assoluto, a Trump non interessa governare. Il suo stile transazionale è guidato da “cosa c’è in questo per me?”. Sta dividendo e creando conflitti, paura, violenza e disordini razziali in modo che possa essere il leader “della legge e dell’ordine”. Attizzare la violenza è uno strumento chiave nel playbook dell’autoritario: Mussolini aveva le sue camicie nere e Trump ha i suoi teppisti di sostegno e un paramilitare.

Né Mussolini, né Trump si sono distinti accademicamente. Non sono pensatori originali, né hanno impegni ideologici. Sono sia narcisisti, che attori che invocano la teatralità. E credono di essere infallibili. Le vetrine in Italia contenevano cartelli con su scritto: “Il Duce ha sempre ragione”.   Trump non si assume mai la responsabilità: afferma di avere sempre ragione e incolpa gli altri per qualsiasi problema. Entrambi disdegnano i loro avversari e non nominano consiglieri forti, ma solo lealisti. Entrambi mentono continuamente – un altro strumento nel playbook dell’autoritario – perché le bugie ripetute abbastanza spesso – ed echeggiate nei media di supporto – vengono credute da molte persone.

L’intera Convenzione Nazionale Repubblicana di Trump nell’agosto 2020 ha invocato l’immaginario delle dittature. I membri della famiglia e i subordinati si aggiungevano per elogi esagerati e ogni oratore demonizzava chiunque non sostenesse il governo continuato da Trump. L’abito della First Lady Melania Trump evocava un’uniforme nazista. E lo sfondo della Casa Bianca – uno scenario completamente illegale per questo evento politico – con il suo muro di bandiere era un tentativo di proiettare maestà e potenza. Tutto questo sarebbe già abbastanza grave, ma un’altra conseguenza del governo Trump, che mina continuamente la stampa, è calpestare il sistema giudiziario e i tribunali, e ignorare lo Stato di diritto.

La caduta di Mussolini avvenne durante la seconda guerra mondiale. Né l’italiano medio, né le forze armate assediate, né il re volevano essere associati del Terzo Reich. Molti dissentirono quando Mussolini acconsentì alle stesse leggi antisemite che erano già in vigore in Germania. Anche a chi sosteneva Il Duce, non piacque vederlo giocare il ruolo di socio minoritario di un razzista teutonico. Nel 1943 i suoi delegati fecero circolare un documento segreto, in cui proponeva di restituire i poteri costituzionali al re e al parlamento. L’autore della proposta, Dino Grandi, disse a Mussolini: “Credi di avere la devozione del popolo, ma l’hai persa quando hai legato l’Italia alla Germania”. Mussolini fuggì ma fu catturato e fucilato da un plotone di esecuzione. Il suo corpo e quello della sua amante, furono scaricati a Milano, solo per essere esposti, a testa in giù, in una piazza lì, che oggi è commemorata con una targa.

Chissà quale destino attende Donald J. Trump. Anche lui è nel mezzo di una guerra – contro il COVID19 – ma non ha fatto nulla per affrontare l’assassinio di quasi 200.000 americani. E ha continuamente mentito agli americani su questo virus mortale. Nonostante i numeri dei sondaggi che mostrano Biden comodamente avanti nelle elezioni di novembre, molti temono che Trump farà di tutto per mantenere il potere: sollecitare interferenze straniere nelle elezioni, manipolare il voto, alimentare più violenza e persino iniziare una guerra civile. Ed è esattamente ciò che fu il fascismo: non c’è fine alla fame di potere.

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1 Response to Mussolini e Trump

  1. Susie Montpas says:

    Bravissima Barbara! Grazie per il tuo articolo importantissimo!! Un abbraccio forte, Susie

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