Toccare il bronzo

Recentemente, ho scritto sul Charging Bull, una statua in bronzo di Arturo Di Modica collocata vicino alla Borsa di New York.  I viaggiatori della Grande Mela non solo posano con il toro, ma ne accarezzano il naso, le corna ed i testicoli per aggraziarsi la buona fortuna e avere successo negli affari.  Ci sono monumenti, colonne, fontane, piastrelle e alberi in tutto il mondo, in particolare nelle città turistiche, dove antiche tradizioni ispirano i passanti a strofinare o accarezzare la superficie in cerca di prosperità, salute o denaro.  Ecco sei bronzi in Italia dove questa tradizione domina e dove parti dei bronzi vengono lucidate affinché brillino.

Firenze: Il Porcellino

Il Porcellino è il soprannome di una fontana in bronzo che rappresenta un cinghiale selvatico, nella loggia del Mercato Nuovo del centro storico di Firenze, vicino a Ponte Vecchio.  La statua ha una lunga storia.  L’originale era una statua in marmo di età ellenistico presumibilmente del cinghiale calidonio, uno dei mostri della mitologia greca. Secondo la leggenda, Artemide mandò il cinghiale a devastare la regione di Calydon perché il suo re non era riuscito a onorare Artemide nei suoi riti agli dei. Una copia italiana in marmo dell’originale è esposta agli Uffizi. La figura della fontana, che ora ha eclissato l’originale in marmo, fu scolpita dal maestro barocco Pietro Tacca intorno al 1634. Era destinata al Giardino di Boboli, poi fu trasferita nel Mercato Nuovo. L’attuale statua è una copia moderna collocata lì nel 2008; il bronzo originale di Tacca è conservato nel Museo Stefano Bardini di Palazzo Mozzi.

I visitatori di Firenze strofinano il naso del Porcellino per propiziarsi un ritorno sicuro a Firenze. Nel rituale completo, tuttavia, si mette una moneta nelle fauci spalancate del cinghiale, con l’intento di farla cadere attraverso la griglia sottostante, dove scorre l’acqua, per fortuna.

Verona: La statua di Giulietta

Nel centro storico di Verona si trova una casa dei primi del XIV secolo, che si dice sia quella dei Cappelletti, una famiglia nobile. La statua in bronzo originale di Giulietta, opera di Nereo Costantini del 1972, è stata spostata per motivi di conservazione nell’atrio interno alla casa-museo di Giulietta. Per molti anni, una copia della statua in bronzo è stata collocata sotto il famoso balcone.

Secondo la tradizione, toccare il seno destro della statua dell’eroina di Shakespeare porta felicità in amore. Per anni i visitatori hanno anche scritto i loro nomi e della persona amata sul muro d’ingresso, il muro di Giulietta, con la speranza di rendere eterno il loro amore. Esiste anche una tradizione mettere piccole lettere d’amore sui muri o scrivere nomi su una serratura (in nome dell’amore eterno) e attaccarli al vicino cancello ornamentale. Questa tradizione è presente anche alle Cinque Terre e in molte altre città italiane.

Torino: Toro rampante

Incastonato nel marciapiede sotto i portici di Piazza San Carlo è il simbolo della città – il toro rampante di Torino – risalente al 1930. Secondo la leggenda locale, calpestare i testicoli del toro porta fortuna. Mentre i torinesi credono profondamente in questa superstizione, sono anche abbastanza riservati e preferiscono fare questo rituale inosservatamente. Meglio sedersi a uno dei tavoli all’aperto di Caffè Torino e osservare la scena in questione.

Milano: Toro nella Galleria Vittorio Emanuele II

Ancora una volta il portafortuna è il toro (e i suoi testicoli). Progettata nel 1861 dall’architetto Giuseppe Mengoni, la bellissima Galleria Vittorio Emanuele II contiene quattro distinti disegni a mosaico nel pavimento. Ognuno ritrae lo stemma delle tre capitali del Regno d’Italia (Roma, Firenze e Torino) e il simbolo di Milano. A rappresentare Roma è la lupa insieme a Romolo e Remo; il fiore di giglio rappresenta Firenze; una croce rossa su sfondo bianco simboleggia Milano; e per Torino è il toro che balla. La leggenda narra che girare tre volte con gli occhi chiusi e il tallone sui testicoli del toro porterà fortuna. E ora Eataly Las Vegas ha reso omaggio alla sua città natale installando un mosaico di un toro che balla all’interno del negozio. Non so se la tradizione abbia accompagnato il negozio a Las Vegas.

Bergamo: Le tre palle di Colleoni

La Cappella Colleoni è la struttura rinascimentale costruita accanto alla Basilica romanica di Santa Maria Maggiore nella Piazzetta del Duomo nella Città Alta di Bergamo. La cappella ospita il mausoleo di Bartolomeo Colleoni, un gangster mercenario e feudale la cui vanità non conosceva limiti. Tutto intorno alla facciata della cappella e al recinto di ferro sono lo stemma / scudo del gangster. Sul cancello d’ingresso, la cresta include tre forme di rene che dovrebbero essere “le tre palle di Colleoni”. Non è noto se avesse o meno il policloridismo; ma certamente gli piaceva vantarsi di essere più forte dei semplici uomini mortali.

Pisa: La lucertola

La rara lucertola a due code sul portale del Battistero vicino alla Cattedrale di Pisa ha portato buona fortuna per secoli. Accarezzare la lucertola 100 giorni prima che gli esami di maturità dovrebbe portare fortuna. Un altro rituale fortunato è un tour del Battistero su una gamba sola. Ma gli studenti universitari dovrebbero astenersi dall’arrampicarsi fino alla cima della torre pendente di Pisa o fare un giro completo attorno ad essa.

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2 Responses to Toccare il bronzo

  1. ghidappo says:

    Verona!!!!!

    Jacopo Giacopuzzi
    (805) 335 3519
    info@jacopogiacopuzzi.com

    From: L’Olivo Santa Barbara
    Reply-To: L’Olivo Santa Barbara
    Date: Thursday, February 13, 2020 at 8:29 AM
    To: “ghidappo@gmail.com”
    Subject: [New post] Toccare il bronzo

    babbityjean posted: “Recentemente, ho scritto sul Charging Bull, una statua in bronzo di Arturo Di Modica collocata vicino alla Borsa di New York. I viaggiatori della Grande Mela non solo posano con il toro, ma ne accarezzano il naso, le corna ed i testicoli per aggraziarsi “

  2. Jean says:

    Interessante! Non mi ricordo la lucertola alla porta del Battistero. Ma fanno cinquanta sei anni che io non sono a Pisa. Ho toccata il toro nella Galleria a Milano. Jean da Palm Springs

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    >

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