In passato, camminare per le strade cittadine era un percorso ad ostacoli. Invece di ammirare l’architettura o le vetrine, dovevate guardare dove stavate camminando o rischiavate di portarvi a casa un piccolo omaggio sulla suola della scarpa. Le leggi urbane hanno notevolmente migliorato la situazione, ma non tutti i padroni di cani sono diligenti e spesso non ripuliscono durante la passeggiata mattutina. Le città hanno provato tutto dall’utilizzo del servizio postale (un sindaco spagnolo ha spedito la cacca ai padroni dei cani) alla vergogna (alcune città hanno pubblicizzato i nomi dei padroni abusivi) alla corruzione (alcuni parchi nella Città del Messico hanno offerto la connessione WiFi gratuita in cambio dei rifiuti).
Le città italiane sembrano essere particolarmente lungimiranti nella campagna di pulizia e stanno usando la tecnologia per aiutare. È iniziata cinque anni fa a Napoli, una città che lotta con ironia a raccogliere la spazzatura umana. (In realtà, in seguito al successo della vicina isola turistica di Capri). Il terreno di prova è
stato Vomero, un quartiere ricco, dove ogni cane doveva sottoporsi ad un esame del sangue per la determinazione del Dna al fine di creare un database di cani e padroni. Poi, quando veniva scoperto un mucchio incriminato, veniva in seguito testato. Se veniva trovata un’accoppiate, il padrone doveva pagare una multa fino a 500 euro. I primi risultati indicavano che la campagna di pulizia stava funzionando.
Poi nel 2016 è entrata in scena la città di Malnate (provincia di Varese, regione della Lombardia). La città è conosciuta per la sua sensibilità ambientale. È iniziato con un microchip nella spazzatura; in un solo anno la differenziata è passata dal 55 al 77 per cento, e il paese di 16 mila abitanti ha vinto un premio per essere tra i sette comuni più virtuosi d’Italia. Adesso i padroni di cani sono stati sfidati, e i loro amici a quattro zampe devono fornire un contribuito di saliva per la potenziale analisi del Dna. Queste iniziative non sono prive di critiche. La lega anti-vivisezione ha attaccato il nuovo esperimento: “Si tratta di un’idea semplicemente ridicola. L’impegno
tecnico e finanziario che sarebbe necessario per realizzare tale progetto è assolutamente spropositato rispetto alla supposta gravità del problema”. Ma il comune ha perseguito incontri con cittadini e gruppi. Hanno notato che l’esperimento del Vomero ha portato alla riduzione del 70 per cento delle deiezioni canine in strada. Analoghi progetti sono partiti a Livorno e Trieste. E i costi? La campagna per il prelievo del Dna sarà pagata dalla ditta che cura la raccolta della spazzatura. I proprietari di cani dovranno portare Fido in una clinica veterinaria per un contributo di saliva (gratuito per il padrone del cane) che sarà pagato dall’azienda che esegue l’igiene ambientale in città. Quella compagnia, a sua volta, vedrà risparmi nelle ore di lavoro dalla riduzione degli escrementi per strada. Inoltre, i proprietari avranno informazioni utili per definire il pedigree o la razza di origine e per tracciare e prevenire l’insorgenza della malattia nei loro animali domestici.
Poi nel 2017 a Savona (in Liguria), è stata proposta una nuova iniziativa che richiede ai proprietari di cani, sotta pena di una multa fino a 500 euro, di ripulire sia i rifiuti solidi che liquidi nelle aree pedonali, e sulle facciate degli edifici, colonne dei portici, pali e paline, aiuole, panchine, cestini raccogli rifiuti, ecc. La polemica sta contrapponendo i commercianti agli animalisti. Da un lato, i negozianti sostengono che per loro è una spesa onerosa fare ciò che le persone farebbero da sole. Le organizzazioni per il benessere degli animali affermano che “impedire agli animali di fare i bisogni rasenta il maltrattamento”.
E nel 2018 le città di Chivasso e Carmagnola (provincia di Torino, regione del Piemonte) hanno approvato le leggi riguardo questo problema. A Chivasso, per quelli che ha un cane, una paletta e un sacchetto non bastano più. Devono portare una bottiglietta d’acqua per lavare il marciapiede. Le violazioni prevedono sanzioni da 25 a 150 euro. Carmagnola invece fornisce l’esame del Dna di tutti i cani nel comune. Il direttore dell’Istituto Zooprofilattico spiega, “Il nostro contributo scientifico è quello di mettere l’analisi genetica al servizio della lotta alle malattie degli animali in particolare quelle trasmissibili all’uomo, come le parassitosi, in significativo aumento”. La raccolta del Dna dei cani dalla saliva sarà gratuita per i proprietari per un anno. L’assessore all’Igiene di Carmagnola conclude dicendo “Il problema della mancata raccolta delle deiezioni canine è molto sentito dai cittadini, in particolare nei parchi giochi per bambini e nelle vie del centro storico. Abbiamo deciso di intervenire con una soluzione straordinaria, innovativa ed efficace, creando un metodo che potrà essere facilmente adottato da ogni comune italiano che ne senta l’esigenza”.