Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli (1876 – 1958) divenne Papa Pio XII nel marzo 1939, capo della Chiesa cattolica e sovrano dello Stato della Città del Vaticano fino alla sua morte. Presiedeva la chiesa durante la seconda guerra mondiale e l’Olocausto, e il suo papato è rimasto controverso. Mentre il Vaticano era ufficialmente neutrale durante la guerra, c’è chi crede che non si sia espresso abbastanza forte contro i nazisti, e c’è chi loda il suo lavoro dietro le quinte per aver aiutato gli ebrei e le altre vittime dei nazisti. Le potenze alleate consideravano la sua condanna del genocidio del tutto inadeguata, mentre i nazisti lo consideravano il Vaticano un simpatizzante alleato che aveva violato la sua politica di neutralità.
Papa Pio XII, durante la seconda guerra mondiale, ebbe come responsabilità primaria di garantire la continuazione della missione divina della Chiesa. Fece pressioni sui leader mondiali per prevenire lo scoppio della guerra. Nella sua prima enciclica papale, emessa nell’ottobre 1939, fissò alcuni dei temi del suo pontificato: denuncia dell’antisemitismo, della guerra, del totalitarismo, dell’attacco alla Polonia e della persecuzione nazista della Chiesa. Durante e dopo la guerra fu lodato da molte organizzazioni, molte ebraiche, per il lavoro che aveva compiuto nel proteggere gli ebrei.
Negli ultimi 25 anni sono stati innumerevoli libri che hanno analizzavato il ruolo di Papa Pio XII in questo periodo. Un resoconto notevole è venuto dall’autore britannico John Cornwell nel suo libro del 1999, Hitler’s Pope, in cui afferma che il papa era debole e vacillante nei confronti del nazismo e che subordinava la sua opposizione a Hitler per cercare di aumentare il potere del papato. Ha accusato il papa di antisemitismo e ha affermato che il papa ha fatto poco per sfidare l’evolversi dell’Olocausto per paura di un’invasione nazista della Città del Vaticano. Molti critici ritengono che il libro riporti “errori di fatto”, faccia “un uso selettivo delle fonti” e che “ignori il contesto”. Cornwell in seguito ha detto che era impossibile giudicare i motivi del silenzio del papa durante la guerra, “mentre Roma era sotto il tallone di Mussolini e poi sotto l’occupazione tedesca”.
Nel 2019, in occasione dell’80° anniversario dell’elezione di Papa Pio XII, Papa Francesco ha annunciato che il materiale d’archivio vaticano relativo al pontificato di Pio XII sarebbe diventato disponibile nel 2020. Molti studiosi hanno chiesto l’accesso agli archivi, tra cui il professor David Kertzer della Brown University, che aveva già scritto I papi contro gli ebrei nel 2001 e Il papa e Mussolini nel 2014. Nel suo ultimo libro pubblicato nel 2022, Il papa in guerra, Kertzer afferma che la paura prevalente di Pio XII era verso il comunismo, la sua convinzione che le potenze dell’Asse avrebbero vinto la guerra e il suo desiderio di proteggere gli interessi della chiesa lo spinsero a evitare di offendere Hitler e Mussolini. Rivela inoltre dal nuovo materiale d’archivio che un principe tedesco e un fervente nazista agirono come un canale segreto tra Pio XII e Hitler, e che il massimo consigliere vaticano del papa per le questioni ebraiche lo esortò a non protestare contro gli ordini fascisti di arrestare e inviare a campi di concentramento molti ebrei italiani.
I difensori di Pio XII (la cui santità è ancora in fase di valutazione) hanno a lungo sostenuto che si pronunciò spesso per condannare la falsa teoria della razza e che lavorò dietro le quinte per salvare centinaia di migliaia di ebrei. In effetti, i veri eroi potrebbero essere stati i preti e le suore che si rifiutarono di consegnare i disperati che nascondevano. Molte organizzazioni ebraiche hanno scoperto che le deboli proteste del papa contro il nazismo in realtà proteggevano gli ebrei da persecuzioni più intense.
È difficile superare le argomentazioni emerse da entrambe le parti durante e dopo la guerra. Alcune persone accusano gli ebrei di sostenere l’eredità di Pio XII per cercare di ottenere consensi allo stato di Israele. Alcuni accusano i cattolici nel criticare il papa nel tentativo di portare una riforma in Vaticano. Ma la maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che stia emergendo un ritratto più sfumato del papato. Con milioni di pagine negli archivi vaticani, ci vorranno anni per rielaborare il tutto. Nel frattempo, Papa Francesco deve lottare con forza per condannare un dittatore come Vladimir Putin e il costo dia tacere sugli omicidi di massa.
Hi Barbara,
Nice piece, as always. Just read a book (not a scholarly tome but an historical novel) on the Italian Jews in Rome pre and during WWII and it more than mentioned the pope’s lack of commitment to act and speak up.
How are you and Bill doing? I hate to ask but just know I’m thinking of you and your neighbor and pleading your case with the big judge!
OX Marie
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