Il mistero della lettera di Galileo

Galileo modificò la sua lettera a Castrelli per moderare le sue opinioni sulla chiesa e la sua visione “eretica” eliocentrica dell’universo? O qualcuno inviò una falsa lettera all’Inquisizione contro lo scienziato? O la chiesa modificò la sua lettera per provare la sua colpevolezza durante l’Inquisizione? In altre parole, Galileo stava facendo “controllo del danno” (nel linguaggio di oggi) o, come sosteneva Galileo, era questa “falsa notizia” concepita dai suoi nemici a causa di “cattiveria e ignoranza”?

Una nuova copia della lettera di Galileo è venuta alla luce per risolvere questo mistero. La lettera è stata scoperta nell’agosto 2018 a Londra nella biblioteca della Royal Society. Un giovane ricercatore bergamasco, Salvatore Ricciardo, alla fine della giornata stava sfogliando un catalogo e l’ha scoperta per caso. Era stata datata erroneamente e quindi era stata “persa” per più di 250 anni. L’origine della lettera è stata verificata.

Iniziamo con un contesto storico e una cronologia degli eventi. Fu nel 1543 che l’astronomo polacco Nicolao Copernico pubblicò un libro in cui proponeva che la terra non fosse al centro dell’universo ma che i pianeti orbitassero attorno al sole. Nel 1600 l’Inquisizione a Roma condannò un frate e matematico domenicano, Giordano Bruno, di eresia per aver supportato, oltre ad altre case, il modello copernicano. Bruno fu bruciato sul rogo. Poi nel 1610 Galileo pubblicò un libro basato sulle sue scoperte con il suo nuovo telescopio che supportava la tesi copernicana.

Poi nel 1613 Galileo scrisse una lettera all’amico Benedetto Castelli, un matematico dell’Università di Pisa. Nella missiva di 7 pagine firmata “GG”, Galileo non solo sosteneva che i pianeti ruotassero attorno al sole, ma sosteneva anche per la prima volta che la ricerca scientifica dovesse essere liberata dalla dottrina teologica. Furono fatte circolare copie della lettera.

E ora inizia il putiferio. Il frate domenicano Niccolò Lorini inviò la lettera di Galileo all’Inquisizione a Roma nel 1615. (Una copia di questa lettera è conservata nell’Archivio dei Segreti Vaticani). Una settimana dopo Galileo scrisse al suo amico Piero Dini, suggerendo che la versione inviata da Lorini era stata alterata.  Allegò una versione meno urgente della lettera originariamente inviata a Castrelli, presentandola come la versione originale, e gli chiese di portarla ai teologi vaticani. Nei successivi 15 anni, nonostante gli avvertimenti della chiesa, Galileo continuò a esprimere le sue opinioni sul Sistema Solare.

Poi nel 1632 l’Inquisizione convocò Galileo a Roma per essere processato. La lettera Lorini fu usata come prova per condannare Galileo di “veemente sospetto di eresia”. Fu condannato a una pena detentiva, che fu poi commutata agli arresti domiciliari, in base ai quali visse gli ultimi nove anni della sua vita.

Allora, cosa mostra la lettera appena scoperta? Sotto gli emendamenti di proprietà di Galileo, la copia firmata scoperta da Ricciardo a Londra è la stessa copia di Lorini. Galileo la modificò per evitare l’ira dell’Inquisizione. Ma le modifiche sono piuttosto lievi, intese ad ammorbidire le parole più aspre. Ad esempio, Galileo a un certo punto si riferiva a certe affermazioni della Bibbia come “false” ma le sostituiva con “sembra diverso dalla verità”. In un’altra sezione, cambiò il suo riferimento alle Scritture “nascondendo” i suoi dogmi più basilari, a il più morbido “velando”.

Chi può incolpare Galileo per le sue modifiche? In un momento in cui gli eretici venivano bruciati sul rogo, fu fortunato a ricevere gli arresti domiciliari. Per ora, i ricercatori sono stupiti dalla loro scoperta. L’importanza della lettera di Galileo a Castrelli non può essere sopravvalutata. È uno dei primi manifesti secolari a richiedere la libertà della scienza dall’interferenza religiosa.

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