Carol Del Cielo è il nostro blogger ospite di questa settimana. Il 19 maggio, ha riferito qui su Graffiti Virtuali, su come Firenze sta combattendo il vandalismo dei suoi monumenti con uno strumento innovativo—il computer tablet. Questa volta riporta su una mostra che ha visto in una visita recente a New York City dove è cresciuta. Carol è un anestesista a Santa Barbara, studia italiani, ed ha forti legami con i suoi parenti in Italia.
Mentre ero a New York, ho visto una mostra che si chiama “L’Eleganza del Cibo”. Questa mostra celebra un amore italiano fra la moda e l’alimentazione. Dopo l’inaugurazione avvenuta al Museo dei Mercati di Traiano a Roma nel Maggio 2015, L’Eleganza del Cibo è arrivata a New York City.
La mostra è presentata dal Italian Trade Commission in collaborazione con l’Unindustria, la confederazione generale dell’industria italiana. Il suo scopo è quello di esplorare la miscela tra le culture dell’alimentazione e della creatività “Made in Italy”. La mostra comprende 58 vestiti e accessori scelti dai curatori Stefano Dominella e Bonizza Giordani Aragano. Comprende anche le immagini fotografiche e video lungo un percorso creativo contemporaneo dove la traduzione del “bello e ben fatto” Italiano si mischia a suggestioni gastronomiche. La mostra è una dimostrazione di quanto la moda ha saputo trarre ispirazione dal buon cibo.
Gli abiti realizzati dai piu grandi stilisti, dal 1950 ad oggi, insieme alle creazioni di designers emergenti, raccontano la storia inedita del connubio seducente tra “moda” e “gusto”. Gli stilisti includono Etro, Valentino, Gucci, Romeo Gigli, Gattinoni, Salvatore Ferragamo, Moschino e Laura Biagiotti. Per esempio, Etro fa suo lo slogan “Noi siamo ciò che mangiamo” così le meravigliose stampe della Maison si animano di pasta e crostacei crudi, in composizioni grafiche create con immagini digitali in cui i pranzi, italianissimi nella loro rappresentazione, si trasformano
in un caleidoscopio di colori e sapori. La mostra ha un aspetto surreale perché tutte le cose non sono quelle che la gente di solito vede sui vestiti. Il primo vestito che la gente vede come entra nella mostra è il “bread dress” di Gattinoni. Il vestito è composto di un bustier scolpito con vere spighe di grano e pantaloni ricamati con biscotti e salatini glassati e cristalizzati. Un altro stilista, Tiziano Guardini, ha creato un vestito ispirato dalla moda di diciannovesimo secolo che è accentato con rami di ulivo e foglie.
C’è un abito da Giorgio Armani che è ispirato al bamboo, pianta delicata e robusta al tempo stesso, sempre più in voga nell’industria ecosostenibile. Salvatore Ferragamo, pioniere nell’utilizzo di materiali poveri come il sughero, la raffia e la canapa, ha scelto di esibire alcune delle sue calzature più famose tratte dal suo prezioso archivo storico Ken Scott, il giardiniere della moda e unico stilista americano, ha scelto di inneggiare al cibo attraverso le vivaci stampe dei suoi abiti cioè,
piselli carciofi, mele che diventanto “ un meraviglio orto” da indossare.
Questa mostra si intende di rafforzare le esportazioni italiane. Con 67.7 miliardi di dollari delle esportazioni ogni anno, la moda e’ il leader del settore in Italia. Il cibo e’ terzo con 45 miliardi di dollari di cui 20 miliardi sono per il vino. L’ interior design e’ il secondo con 50 miliardi di dollari di esportazioni.
Dichiara il curatore, Stefano Dominella “ Mi sono interrogato spesso in questi ultimi anni circa il parossismo che sta focalizzando la nostra attenzione…da una parte l’edonismo, la cura del corpo, l’essere magri ed in forma ad ogni costo, sul gusto e sulla golosità in genere che scaturisce un’ansia alimentare. E’ in questo clima da “Dolce Vita” dell’alimentazione che ho maturato l’idea di una mostra che coniugasse moda e cibo. Per sorridere di questa strana coppia ma anche per approfondire e sensibilizzare le mille sfumature legate ad essa, non per ultimo il rispetto per la natura è per l’ambiente.”