I Bronzi di Riace: Il 50° Anniversario

Circa 5 anni fa ho scritto sui Bronzi di Riace, che sono le statue bronzee classiche più famose oggi in Italia. Il post, I misteri dei Bronzi di Riace (nel febbraio 2017), elencava le domande emerse dopo che un sommozzatore scoprì i due giovani nel 1972 nelle acque ioniche al largo di Riace nella regione della Calabria: Chi erano questi due figure? Da dove vengono? Chi li ha creati? Sono stati contrabbandati o persi in un naufragio? Dove erano diretti?

Molte teorie abbondano sull’origine dei bronzi. Tuttavia, molti esperti oggi ritengono che siano stati creati ad Argo e ad Atene in Grecia, nelle botteghe dei migliori artisti dell’antichità, durante il V secolo a.C. Ora, a più di 2000 anni dalla loro creazione e 50 anni dalla loro riscoperta, si sono aggiunti nuovi misteri e, grazie ai lavori di restauro, sono venute alla luce nuove informazioni.

La squadra di archeologi che ha portato in superficie il Guerriero A e il Guerriero B, come furono successivamente battezzati, dal fondo del mare ha notato qualcosa di strano. Non c’erano altri segni di altri manufatti antichi nella zona. Ciò faceva sembrare alquanto strana la presenza dei bronzi. Porto Foricchio, il vicino porto, era in uso nell’antichità, ma si hanno poche notizie sul suo ruolo. C’era un legame tra il porto e i bronzi, in termini di provenienza o destinazione?

Già nel 1972, il subacqueo che era in vacanza durante quel periodo e che per primo scoprì i bronzi disse di aver visto anche un elmo e uno scudo e un gruppo di statue, una delle quali con le braccia spalancate e un piede davanti all’altro. Tuttavia, questa descrizione non corrisponde né al Guerriero A né al Guerriero B. Ci sono altri bronzi ed altri manufatti da scoprire?

Dopo la loro estrazione dalle acque ioniche, i due bronzi sono stati oggetto di un ampio lavoro di conservazione a Firenze a partire dal 1975. Un’accurata pulitura e studio ha permesso agli esperti di scoprire come venivano realizzati. Nonostante una sapiente conservazione, “la salute” dei bronzi restava a rischio: entrambe le statue erano state riempite di sedimenti durante secoli sotto il mare, ed erano state immerse in acqua e sale che corrosero il bronzo. Due interventi a Reggio Calabria – tra il 1992 e il 1995, e tra il 2010 e il 2013 – hanno rimosso i sedimenti pericolosi e lasciato le statue a metà del peso rispetto a quella del 1972.

La conservazione ha rivelato molto sulla colorazione originale dei bronzi. C’era una sfumatura rossa sulle loro labbra e sui loro capezzoli. I loro occhi erano realizzati con pasta di vetro e calcite con piccole pietre rosa per i dotti lacrimali. Un guerriero aveva denti d’argento. Ciò che ha sorpreso di più restauratori e archeologi è stato il modo in cui sono stati resi i loro capelli e le loro barbe; la lega utilizzata ha dato loro una tonalità dorata, il che significa che erano entrambi biondi.

Grazie all’archeometria moderna, che è lo studio dei materiali antichi per datare i manufatti, le statue furono realizzate nel Peloponneso e poi trasportate a Roma. Secondo l’Antologia Palatina, una raccolta di epigrammi greci risalenti al X secolo, l’imperatore Costantino voleva che un antico gruppo scultoreo greco che era ospitato a Roma fosse trasferito nella nuova capitale, Costantinopoli, all’inizio del IV secolo d.C. Molto probabilmente i guerrieri A e B facevano parte della collezione che non raggiunse mai il Medio Oriente ma affondò vicino a Riace.

Altri guerrieri? Il sindaco di Riace ha annunciato che in occasione del 50° anniversario della riscoperta dei due bronzi, nel 2022 verrà effettuato un nuovo “scavo” archeologico nella speranza di trovare più reperti. Durante tutto l’anno Reggio Calabria e tutta l’Italia celebreranno i guerrieri con eventi e seminari. Il centro di Reggio Calabria diventerà un museo archeologico a cielo aperto. Dall’ottobre 2022 alla fine del 2023, gli eventi proseguiranno in tutta Italia e in Europa dedicati alla Magna Grecia, le aree costiere dell’Italia meridionale nelle attuali regioni di Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sicilia, popolate da coloni greci. Al centro delle celebrazioni ci saranno questi antichi guerrieri, simboli di forza, di bellezza e di un glorioso passato.

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1 Response to I Bronzi di Riace: Il 50° Anniversario

  1. jeansdoppleganger says:

    Molto interessante!  Imagine che ci fossero molti altri pezzi di arte perdute nel mare attraverso gli anni.Jean P.

    Sent from the all new AOL app for iOS

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