Due Celebrazioni

Nel gennaio 2022, l’Italia ha festeggiato due tappe fondamentali nella sua storia.  La bandiera italiana ha compiuto 225 anni, e l’uso dell’euro in Italia e altri paesi europei ha compiuto 20 anni.  La prima rappresenta la crescita dell’Italia come una nazione sovrana; la seconda rappresenta l’Italia come un membro fondatore dell’Unione Europea.

La Bandiera. La più diffusa spiegazione sull’origine dei colori della bandiera italiana è che il verde rappresenta le pianure, il bianco, Alpi e Appennini, e il rosso simboleggia il sangue delle vittime delle guerre.  La bandiera ha un passato complesso, ed a volte, travagliato.  In realtà, i tre colori accostati fecero la loro prima apparizione nel 1794 grazie a due studenti dell’Università di Bologna.  Ispirati dai diritti umani dichiarati durante la Rivoluzione Francese, condussero un’insurrezione e distribuirono delle coccarde tricolori tra gli aderenti.  Scelsero il bianco e il rosso perché erano i colori rispettivamente di Bologna e Asti, mentre il verde venne aggiunto come simbolo di speranza.  Tuttavia, l’insurrezione fallì.

I tre colori successivamente apparvero nel 1797 a Reggio Emilia quando le repubbliche si stavano affermando in tutta la penisola.  Anche gli stendardi in Lombardia mostravano gli stessi colori: il rosso e il bianco si riferivano all’antico stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre il verde era il colore delle uniformi della Guardia Civica milanese.  A metà del 1800 la bandiera tricolore divenne il simbolo della libertà nei moti in nome dell’unità.  Nel 1848 divenne ufficialmente bandiera del Regno di Sardegna.  La versione dell’epoca aveva lo stemma dei Savoia al centro contornato di blu per evitare che la croce si perdesse sullo sfondo bianco.

Dopo la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, il tricolore divenne la bandiera ufficiale.  Il riconoscimento legislativo arrivò nel 1925, che richiese che, oltre ai tre colori, dovesse avere al centro lo stemma della corona reale.  Poi nel gennaio 1948, la Costituzione italiana specificò che la bandiera della nuova repubblica fosse “verde, bianca e rossa, a tre bande verticali di eguali dimensioni” senza lo stemma sabaudo.  Dal 1997, il 7 gennaio è diventato La Giornata del Tricolore, istituita inizialmente con l’obiettivo di celebrare il bicentenario della sua nascita. 

L’euro.  Il 1° gennaio 2002 sono state introdotte in circolazione banconote e monete in euro in 12 paesi europei. Hanno rapidamente sostituito lire italiane, franchi francesi e marchi tedeschi in borse, portafogli e bancomat. I clienti dei negozi che pagavano con le vecchie valute ricevevano il resto in euro a tassi di cambio fissi. I cittadini da Lisbona a Helsinki a Roma ad Atene possono viaggiare tra i 12 paesi senza cambiare valuta.

Le previsioni di una catastrofe non si sono mai materializzate. In effetti, l’euro è diventato una delle conquiste più tangibili dell’integrazione europea. È la seconda valuta più utilizzata al mondo; rimane abbastanza popolare con un indice di approvazione dell’80% e un’adesione attuale di 19 paesi e in crescita. 

Eppure, l’euro ha attraversato diverse crisi negli ultimi 20 anni, ma ciascuna è stata affrontata e ha rafforzato l’euro e l’unità europea. Ad esempio, c’è stata la crisi del debito pubblico e bancario tra il 2011 e il 2015; Mario Draghi, che all’epoca era a capo della Banca centrale europea, ha contribuito a porre fine alle turbolenze. Durante la pandemia, la banca centrale ha istituito un programma di acquisto di obbligazioni per mantenere bassi i costi di finanziamento per le aziende in difficoltà. Inoltre, in risposta alla pandemia, i governi dell’unione hanno deciso di prendere in prestito denaro insieme per creare un fondo di recupero per finanziare progetti per combattere il cambiamento climatico. 

Ci sono ancora molti obiettivi da raggiungere, incluso il lavoro su una forma digitale della valuta. Il sistema bancario europeo è alla ricerca di nuove opportunità di ripresa e crescita economica e di modi per investire in modo più sostenibile nelle persone, nelle infrastrutture e nelle istituzioni. Le prime crisi hanno consentito all’euro di maturare e di svolgere un ruolo internazionale. Si hanno tutte le ragioni per credere che le sfide attuali rafforzeranno anche l’unità e la crescita.

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