Le campane di Agnone

Chi ha inventato la campana e come è stata usata per la prima volta, purtroppo, non è dato saperlo. Nell’antichità occidentale, le campane erano ampiamente utilizzate dagli Etruschi: le illustrazioni sulle tombe suggeriscono che la musica, che includeva anche il suono delle campane e molti altri strumenti, era importante durante i banchetti, le celebrazioni religiose e i riti funebri.  In Cina le campane sono tra i reperti bronzei più antichi, dove venivano usate per richiamare i filosofi ai pasti o per la preghiera.  In Grecia erano usate anche per scopi quotidiani più pratici, come per segnalare l’apertura di un mercato e la vendita di pesce.

Le prime campane da chiesa sono state suonate nella città di Nola, ora sobborgo di Napoli, nel IV o V secolo d.C.. Al vescovo Paolino di Nola è attribuita l’introduzione delle campane nel culto cristiano. Le sue piccole campane a mano erano successivamente conosciute come “nola” e quelle più grandi come “campana”. In effetti, con il passaggio dalle campane più piccole a quelle più grandi, il bronzo della Campania era considerato il migliore, da cui il nome campana. La lega di bronzo si ottiene miscelando il 78% di rame con il 22% di stagno.

In Italia rimangono solo poche fonderie di campane. La più antica risale al 1040 ad Agnone, un paese di circa 5.200 abitanti sulle colline appenniniche del Molise. La Pontificia Fonderia Marinelli, che succede alla fonderia originale di Agnone, risale al 1339. È l’azienda familiare più antica d’Italia e tra le tre aziende familiari più antiche al mondo. La società è di proprietà dei fratelli Armando e Pasquale Marinelli ed è da loro stessi gestita. La fonderia produce in generale fino a 50 campane all’anno e attualmente ha circa 12 dipendenti.

La Pontificia Fonderia Marinelli utilizza ancora la stessa tecnica della “fusione a cera persa” utilizzata da quasi mille anni. Anche la tecnologia non ha modificato la tecnica, né ridotto i tempi di produzione, che variano da due a diversi mesi. Esistono più passaggi nel processo di produzione. Il primo passo è la creazione dell ‘”anima”, che è uno stampo in mattoni a forma di campana.  Poi diversi strati di argilla vengono posizionati all’interno dell’anima per creare una “falsa campana”. Successivamente la cera fusa viene versata sulla superficie. In un processo separato, vengono realizzati fregi e decorazioni, poi applicati alla falsa campana. Quindi vengono applicati strati successivi di argilla per creare il “mantello” della campana. La struttura è riscaldata e l’anima funge da forno, il che provoca lo scioglimento delle parti di cera e assicura che le iscrizioni rimangano sugli strati di argilla.

Successivamente, il mantello viene sollevato per scoprire e rimuovere la falsa campana, che viene scartata. Il mantello è riposizionato sull’anima. Nello spazio tra l’anima e il mantello, viene versato bronzo fuso a una temperatura di 1.200 gradi centigradi per produrre la nuova campana. La fusione è l’ultimo passo del lungo processo ed è accompagnato dalle invocazioni a “Santa Maria”.

Nel 1924, il Vaticano assegnò il titolo di “fonderia pontificia” alla compagnia Marinelli. (La Chiesa cattolica romana ora rappresenta il 90% di tutti gli ordini effettuati.) Durante la seconda guerra mondiale, il regime fascista ordinò il sequestro di metà delle campane della chiesa italiana per produrre cannoni. Il nonno dei fratelli Marinelli così avvisò i preti in anticipo in modo che potessero seppellire le loro campane, nascondendole alle autorità. Nel 1944, la campana del XVII secolo nella Torre pendente di Pisa (che è un campanile) fu danneggiata durante i bombardamenti. Così la fonderia in seguito ha prodotto una copia di 600 chilogrammi, installata a Pasqua del 2004.

Nel 1961, la fonderia ha creato una campana speciale per commemorare il centenario dell’Unità d’Italia. Nel 1992, una delle sue campane commemora perfino il cinquecentenario della “scoperta” delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo. Nel 2000, a Papa Giovanni Paolo II viene presentata la Campana del Giubileo ufficiale, appesa in Piazza San Pietro. Le campane della Pontificia Fonderia Marinelli si possono trovare in tutto il mondo, compreso il Palazzo delle Nazioni Unite a New York City. Per conoscere la storia dell’azienda, visitare il Museo storico della campana, che si trova proprio accanto all’antica fonderia.

This entry was posted in Arte, Campania, Foto, Italia, Italiano, Musica, Napoli, New York, Storia, Vaticano. Bookmark the permalink.

Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Twitter picture

You are commenting using your Twitter account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.