Questo e’ il terzo articolo dal nostro blogger ospite, Carol del Ciello. Per favore, leggete anche “L’eleganza del cibo” (il 12 agosto) e “Graffiti virtuali” (il 19 maggio).
Gli italo-americani sono il gruppo più grande di origine europea nella città di New York oltre che nello stato di New York. Come facevano tanti altri gruppi di immigranti, quando gli italiani arrivavano, tendevano a rimanere insieme nei loro propri quartieri. Parlavano la stessa lingua, mangiavano lo stesso cibo e erano capaci di creare un sistema di sostegno nella loro nuova casa adottiva.
Più di 4 milioni di italiani emigrarono negli Stati Uniti dal 1880 fino al 1922. Per la maggior parte venivano dal sud dell’ Italia. Tanti di loro rimasero a New York e vissero in un quartiere ormai famoso che si chiama “Italia Piccola” nell’ East Village di Manhattan. Ma infatti durante questo periodo gli Italiani stabilirono un altra Italia Piccola a East Harlem. È cosidetta la prima Italia Piccola di New York City. La zona si estendeva ad est di Madison Ave fra la 116th Street fino alla 125th Street. “Italian Harlem” raggiunse il suo apice nel 1930 con più di 100,000 Italiani e Italo-americani che vivevano in edifici affolati e cadenti. Un censimento del 1930 mostrò che l’81 percento della popolazione di “Italian Harlem” erano gli Italo-americani di prima e di seconda generazione. In questi giorni esiste molto poco di questa popolazione a Harlem.
Quindi, l’Italia Piccola ben conosciuta è il quartiere nell’ “East Village” che ormai e’ molto famoso. Una volta, era un paesino Napoletano ricreato su questi lidi con il suo proprio linguaggio e tradizioni e anche le sue istituzioni finanziarie e culturali. Ma allo stesso tempo era un vero ghetto italiano perche era un quartiere molto povero. Oggi Italia Piccola e’ un fantasma…una collezione di circa 50 ristoranti e bar per i turisti in un quartiere a pochi isolati dove vivono gli immigrati cinesi ed i giovani che non possono permettersi l’affito a Soho o altri quartieri vicini e più cari. Ci sono solo pochi veri italiani rimanenti in Italia Piccola. All’inizio del ventesimo secolo, il 90 percento della popolazione era Italiana. Adesso il numero è’ solo l’8.25 percento. In contrasto, il quartiere di Chinatown, ha una popolazione di cinesi dell’ 80 percento. Ma questa non è una notizia nuova…Dopo la seconda querra mondiale gli italiani cominciarono a traslocare a Brooklyn, State Island, Queens and Long Island dato che la loro situazione finanzaria stava megliorando. Poi, il U.S. Immigration Act del 1965 ha abolito le quote nazionali per l’imigrazione ed il boom dell’immigrazione cinese e’ cominciato nella zona. Con l’espansione di Chinatown, Italia Piccola e’ cominciata a scomparire. In questi tempi il quartiere esiste di pochi isolati che includono Mulberry Street dalla Canal Street fino alla Broome Street. .
Ma ci sono tentativi di preservare il quartiere. La festa di San Gennaro continua ogni Settembre insieme con le gare del taglio formaggio e cannoli “eating contest” il giorno
del Columbus Day. Anche i proprietari di ditte immobiliari provano a sostituire i negozi vuoti con ditte di proprieta’ italiana.
Nel 2001, Il Museo Italo Americano e’ stato aperto nel cuore dell’ Italia Piccola all’incrocio tra le strade di Mulberry e Grand. L’edificio fu la sede della Banca Stabile, fondata da Rosario Stabile nel 1885 che servi gli immigranti italiani.
Lo stato attuale di Italia Piccola puo essere riassunto dai commenti di Roberto Ianniello, il co-proprietario del ristorante Umberto’s Clam House, dove e’ stato ucciso Joe Gallo, il gangster New Yorkese. Quando a lui e’ stato chiesto che cosa accadrebbe se un ristorante cinese vuolesse aprire sulla Mulberry street, lui ha risposto “ Noi avremmo un problema ma quello di cui veramente ho paura e’ Starbucks”.