- Leonardo, forse, non era italiano. Nacque nel 1452, Leonardo era il figlio
illegittimo di Piero. Il padre italiano era un rispettato notaio ben introdotto negli ambienti fiorentini con i Medici tra i suoi clienti. La madre , secondo alcuni, veniva dall’Oriente. Il nome Caterina era infatti comune tra le schiave convertite al cattolicesimo. Inoltre, le impronte digitali di Leonardo mostrerebbero somiglianze con un tipo diffuso tra gli arabi. Ad ogni modo, fu il padre, intorno al 1470, ad accompagnare suo figlio, ancora adolescente, in una delle botteghe più importanti del tempo, quella di Andrea Verrocchio.
- Capì come funziona il cuore. Ai tempi di Leonardo si credeva ancora che il cuore
servisse per scaldare il sangue circolante. Fu lui il primo a intuirne invece la funzione di una pompa. Per questo alcune strutture anatomiche cardiache presero in sequito il suo nome—per esempio il “fascio moderatore di Leonardo da Vinci” e anche la “trabecola aruata di Leonardo.”
- Fu lui a portare in Francia la Gioconda. Un’idea ancora
diffusa è che la Gioconda sia stata portata al Louvre dai soldati napoleonici. Fu invece Leonardo a portarla con lui in Francia, e il re Francesco I lo pagò 4 mila scudi d’oro (due anni dello stipendio di Leonardo). Le truppe napoleoniche presero invece, senza mai restituirli, alcuni manoscritti (oggi “Codici dell’Istituto di Francia”).
- Era un vegetariano convinto. Leonardo aveva un amore sviscerato per gli animali. Andava addirittura nei mercati a liberare dalle gabbie gli uccelli pronti per essere venduti. Un contemporaneo, il navigatore toscano Andrea Corsali, disse di lui che “non si ciba di alcuna cosa che tenga sangue”. A Leonardo è attribuita la frase, “Verrà il giorno che sarà giudicato un delitto ad uccidere un animale come ora uccidere un uomo”.
- Aveva il gusto del grottesco. Il suo sguardo era attirato non solo dal bello, ma
anche dal deforme, tanto che molti lo considerano l’iniziatore del genere della caricatura. In effetti esiste almeno un foglio con disegni di teste maschili in cui le caratteristiche fisiche sono accentuate fino a un effetto grottesco.
- Gli piaceva sperimentare. Il più famoso “esperimento” di Leonardo venne messo in opera quando ricevette da Ludovico il Moro, patrono di
Leonardo e duca di Milano, l’incarico di dipingere, su una parete del refettorio del convento annesso alla basilica di Santa Maria delle Grazie, un affresco dell’Ultima cena. A Leonardo la tecnica dell’affresco non piaceva perchè richiedeva all’artista di lavorare velocemente sull’intonaco “a fresco”. Per cui inventò una tecnica che gli permettesse di andare ogni tanto a dare anche una sola pennellata, continuando a seguire in contemporaneamente i suoi altri studi e lavori. Troppo tardi scoprì che il dipinto, così, si deteriorava molto rapidamente: quando Leonardo era ancora in vita, complice l’umidità dell’ambiente, il Cenacolo era ridotto a una macchia di colore indistinta.
- Era un “molestatore”? Dell’omosessualità di Leonardo si è parlato a lungo, scomodando interpretazioni psicoanalitiche, come quella di Freud che al riguardo descrisse un sogno fatto da Leonardo bambino: un nibbio che l’avrebbe visitato toccandogli ripetutamente le labbra con la coda.
L’omosessualità nella Firenze del tempo era comune, ma ci sono le carte di un processo per sodomia che lo videro tra gli imputati, insieme ad altri allievi della bottega del Verrocchio, nel 1476. La parte lesa, vittima dell’abuso, sarebbe stato Jacopo Satarelli, un apprendista orafo fiorentino di 17 anni. Dopo una breve incarcerazione Leonardo e gli altri vennero assolti perchè la denuncia, in quanto anonima, non poteva essere accettata. L’oscura vicenda fu riesaminata in un secondo momento, ma i giudici dichiararono il non luogo a procedere, chiudendo la causa.
- Aveva una scrittura a dir poco insolita. Leonardo usava una strana scrittura, che
andava da destra verso sinistra, e spesso iniziava a scrivere dall’ultimo foglio per poi giungere al primo. Questa peculiarità è stata spesso interpretata come un tentativo messo in atto da Leonardo di tenere segreti e incomprensibili ai non iniziati al suo codice i suoi studi. Chi lo considerava un eretico addirittura lo definì come “scrittore del diavolo” per questa sua particolare caratteristica.
In realtà, si trattava del suo modo naturale di scrivere. I neurologi infatti hanno dimostrato che la sua era un’abitudine acquisita nell’infanzia, naturale per i mancini che non sono stati corretti come Leonardo. Lui sapeva usare la calligrafia “normale”, ma con difficoltà e solo se indispensabile, come per esempio fece in alcune carte topografiche. Non a caso, Leonardo faceva scrivere ad altri le sue missive e le sue lettere di presentazione.
- Scoprì gli anelli di crescita degli alberi. La prima persona a osservare gli anelli
di accrescimento degli alberi, e a capire che, contandoli, si può determinare l’età di una pianta, fu proprio Leonardo. Da questa osservazione è nata in anni recenti una nuova scienza, la dendroclimatologia, che studia i climi del passato grazie a particolari tracce lasciate dalla natura negli anelli degli alberi.
- Capì che cosa fossero i fossili. Al suo tempo si riteneva che i “nichi”, come si
chiamavano allora i fossili, fossero resti del Diluvio universale o forme di vita a cui Dio non aveva dato l’anima. Leonardo fu il primo (dopo gli antichi Greci) a comprendere che erano resti di animali e piante pietrificati da processi geologici e portati alla luce dai movimenti della crosta terrestre.