Il santuario della Madonna della corona

Nell’agosto 2022, Architectural Digest presentava “17 splendidi luoghi di culto incorporati nella natura”. Tra questi compresa una cappella italiana che appare sospesa su una scogliera a picco sopra il fiume Adige, in provincia di Verona. Oggi è una popolare meta di pellegrinaggio per coloro che vogliono meditare o pregare in pace, o apprezzare la straordinaria bellezza del luogo: le alte montagne verticali sopra, la lussureggiante valle sotto, il tortuoso Adige e la chiesa color salmone con il suo campanile proteso verso il cielo.

Il santuario fu inizialmente edificato nel 1530. Ma ci sono prove che il luogo fosse già frequentato nei secoli XI e XII. Un eremo vi ospitò asceti legati al Monastero di San Zeno a Verona.

Le origini della costruzione del santuario della Madonna della Corona rimandano ad una leggenda locale. La storia racconta del miracoloso ritrovamento di una statua della Pietà sull’orlo del burrone roccioso. La statua era originariamente conservata sull’isola di Rodi. Per sfuggire all’invasione turca di Solimano II e alla confisca dei tesori dell’isola, un angelo trasferì la statua in questa zona del Monte Baldo. Quando un gruppo di gente del posto vide una luce lì e sentì un coro angelico provenire dalla parete rocciosa, cercarono di raggiungere il punto insidioso. Hanno dovuto calarsi con delle corde per vedere la statua misteriosa. Decisero allora di erigere proprio in quel punto una cappella per ospitare la bella Madonna.

La storia è molto probabilmente apocrifa in quanto la scultura è realizzata in pietra originaria della zona. Tuttavia, la leggenda divenne abbastanza popolare poiché sempre più pellegrini visitavano la zona. Poiché il santuario era difficile da raggiungere, fecero costruirono un sentiero scavando gradini nella roccia e erigendo il famoso “Ponte del Tiglio”, per facilitare il pellegrinaggio. 

Nel corso dei secoli, la cappella principale ha subito una serie di modifiche. La statua della Madonna è ancora appesa sopra l’altare maggiore. Grazie alla relativa inaccessibilità della chiesa, non fu mai totalmente distrutta e riuscì a sopravvivere fino al XX secolo. Negli anni ’70 un architetto italiano demolì gran parte della vecchia struttura e la ricostruì, conservando quanti più importanti elementi artistici possibile.

Arroccato su uno sperone roccioso a quota 775 metri (circa 2500 piedi) sul livello del mare, il Santuario della Madonna della Corona era raggiungibile solo dopo una salita di 1.614 gradini lungo il Sentiero del Pellegrino (detto anche Sentiero della Speranza) dal paese di Brentino Belluno in Val Lagarina in provincia di Verona. Oggi il sentiero per la cappella è stato ammodernato e il santuario è raggiungibile anche dall’alto per una strada asfaltata che parte nei pressi del paese di Spiazzi.

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