Degli anglicismi di cui potremmo fare a meno

“Se cediamo all’itanglese, l’italiano non cresce più”

L’inglese si è insinuato nella lingua italiana per anni, probabilmente iniziando con il cinema negli anni ’30, poi con la televisione, poi viaggiare, e oggi attraverso la tecnologia e i social media.  Recentemente, una enorme polemica è scoppiata in Italia.   Prin (Progetti di ricerca di interesse nazionale), il più grande fondo pubblico italiano a sponsorizzare la ricerca, ha annunciato quest’anno che tutte le richieste di finanziamento dovranno essere scritte in inglese.  Sull’argomento è intervenuto anche il presidente dell’Accademia della Crusca, che difende la lingua italiana, ha chiesto al ministero dell’Istruzione di ripensarci.

Ora un dizionario italiano sta anche cercando di preservare la lingua italiana.  Il Devoto-Oli è uno dei dizionari più conosciuti nel linguaggio italiano. Prende il nome dai suoi due autori, e la prima edizione risale al 1971. L’edizione più recente include una nuova sezione di 200 parole inglesi che gli italiani usano ma potrebbero sostituire con parole italiane.   Ecco degli esempi dal dizionario:

In Viaggio…

1.      All inclusive: “Tutto compreso”.  Lo troviamo spesso quando scegliamo i nostri viaggi.  Spiega che nel prezzo sono inclusi spostamenti, pasti, bibite, alloggio e altri servizi.  A volte, le navi da crociera hanno un prezzo tutto compreso (con le eccezioni elencate).

2.     Jet lag: La locuzione inglese jet lag significa letteralmente “sfasamento da aereo” e indica lo stato di malessere psicofisico che si può provare dopo un lungo viaggio in aereo a causa della differenza di fuso orario tra il luogo di partenza e quello di arrivo.  Per dirlo in italiano puoi usare “mal di fuso” o “sindrome da fuso orario”.

3.     Low Cost: Questa espressione diffusasi in italiano negli anni Novanta, fa riferimento alle compagnie aeree che offrono voli a prezzi inferiori rispetto a quelli praticati dalle compagnie tradizionali.  L’espressione ha poi esteso il suo significato a tutto ciò che ha un costo contenuto: dai pachetti low cost, che offrono un viaggio aereo e il soggiorno in un albergo a prezzi concorrenziali, fino ai ristoranti low cost, dove si può mangiare spendendo poco.  Invece, puoi usare “a basso costo”, “a basso prezzo”, “a buon mercato”, o l’aggettivo “economico”.

Al Cinema…

1.     Happy ending: Nel 1940 sono entrate in italiano le locuzioni happy ending per indicare l’epilogo felice di un film, di una commedia, di un romanzo, di una vicenda.  Invece usa “lieto fine”.

2.     Love story: L’espressione love story, facilmente traducibile in italiano con “storia d’amore”, si è diffusa a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, dopo il grande successo del romanzo “Love Story” dell’americano Erich Segal.

3.     Red carpet:  La locuzione inglese red carpet si è diffusa in italiano negli anni Duemila per indicare il tappetto di colore rosso su cui sfilano personaggi famosi, specialmente del mondo dello spettacolo, in occasione di premiazioni, inaugurazioni, cerimonie o altri eventi importanti.  Il passaggio delle celebrità sul “tappeto rosso” rappresenta un evento nell’evento.

In Rete…

1.     E-mail: Si tratta di uno degli anglicismi più diffusi in italiano dal 1991.  Per dirlo in italiano, puoi usare “posta elettronica” (indirizzo di posta elettronica, inviare un documento per posta elettronica, ecc.).  Si può usare anche “messaggio”, distinguendolo da messaggino, ovvero l’sms inviato dal cellulare.

2.     Home page: Nel linguaggio informatico, l’home page indicala “pagina iniziale” di un sito da cui so può accedere ad altre pagine, oppure la pagina iniziale del programma di navigazione.

3.      Selfie: Il sostantivo inglese selfie inizia a circolare agli inizi del Duemila e si sviluppa in modo esponenziale man mano che si diffondono i telefonini (smartphone!) con la telecamera frontale.   Puoi usare “autoscatto”, anche se in questo caso non siamo di fronte a un vero e proprio sinonimo.

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