Vi ricordate quando ho scritto sul culto del caffè in Italia? Ebbene, c’è anche una sorta di culto del caffè in America. Ogni mattina vedo la gente da Starbuck che stan lavorando sui loro computer o sta chiaccherando con gli amici mentre sorseggiano i loro cappuccini. O vedo pendolari che vanno al lavoro portando un bicchierone gigante del loro caffè preferito. Sembra che ci sia uno Starbuck ad ogni angolo.
Ecco alcuni dati statistici da farci spalancare gli occhi che ho letto sul quotidiano La Repubblica dopo la strage a Orlando. Per le strade americane è più facile trovare un rivenditore d’armi che un negozio di caffè. Il rapporto è del 6 all’1. Ci sono 11 mila negozi di Starbuck rispetto al 65 mila rivenditori che nel 2015 hanno venduto armi da fuoco. Negli Stati Uniti ci sono più armi da fuoco in circolazione (357 milioni) che abitanti (una populazione di circa 319 milioni).
Esiste una relazione tra il possesso di armi e la violenza da armi da fuoco? Joshua Tewksbury, un professore all’Università di Washington, ha studiato questo problema. Ha paragonato 75 paesi, e non ci sembra di essere una correlazione. Gli Stati Uniti erano meglio di paesi come El Salvador, Giamaica, e Swaziland. Interessante. Ma quando ha limitato i dati a paesi simili agli Stati Uniti (in molte variabili), il quadro cambia radicalmente. Di gran lunga, gli Americani possiedono pistole e le usano su altre persone (vedete www.tewksburylab.org.)
Non possiamo impedire ogni tragedia con leggi sul controllo delle armi. Ma questo non è il punto. Possiamo ridurre al minimo il rischio, e ridurre l’accesso alle armi lo avrebbe fatto.