“Il Canto degli Italiani” è l’inno nazionale d’Italia. È il più noto tra gli italiani come “Inno di Mameli” dopo l’autore del testo, o “Fratelli d’Italia” dalla sua linea di apertura. Le parole sono state scritte nel 1947 a Genova dallo studente e patriota Goffredo Mameli. Due mese più tardi, l’inno è stato messo in musica a Torino da un altro genovese, Michele Novaro.
L’inno ha goduto grande popolarità per tutto il periodo del Risorgimento e nei decenni successivi. Tuttavia, dopo l’unificazione italiana nel 1861, l’inno nazionale adottato è stato la “Marcia Reale,” l’inno ufficiale della Casa Savoia, composto nel 1831. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia divenne una repubblica, e il 12 ottobre 1946, “Il Canto degli Italiani” è stato scelto provvisoriamente come nuovo inno nazionale del paese. Questa scelta è stata ufficializzata in legge solo il 23 novembre nel 2012.
Fratelli d”Italia
Fratelli d’Italia,
l’Italia s’è desta,
dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
ché schiava di Roma
Iddio la creò.
CORO
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò! Sì!
Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popolo,
perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l’ora suonò.
CORO
Uniamoci, amiamoci,
l’unione e l’amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
CORO
Dall’Alpi a Sicilia
dovunque è Legnano,
ogn’uom di Ferruccio
ha il core, ha la mano,
i bimbi d’Italia
si chiaman Balilla,
il suon d’ogni squilla
i Vespri suonò.
CORO
Son giunchi che piegano
le spade vendute:
già l’Aquila d’Austria
le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
il sangue Polacco,
bevé, col cosacco,
ma il cor le bruciò
CORO