Dove sei andato, Joe DiMaggio? Una nazione volge i suoi occhi desolati verso di
te. Cosa dice, sig.ra Robinson? Il “Joltin’ Joe” ci ha lasciato ed è andato via…”
“Mrs. Robinson,” da Simon & Garfunkel, 1968
Nato in California cent’anni fa (nel Novembre del 1914), Giuseppe Paolo DiMaggio (Joe) era l’ottavo di nove figli degli emigranti siciliani, Rosalia e Giuseppe DiMaggio. Il padre era arrivato in America nel 1898 dall’Isola delle Femmine, che è nella provincia di Palermo, e aveva portato qui sua moglie alcuni anni più tardi. Come tanti i Californiani di origine Siciliana, aveva lavorato come un pescatore di granchi a San Francisco. Entrambi i genitori erano analfabeti.
Giuseppe aveva sperato che i suoi cinque figli fossero diventati pescatori. Il giovane Joe è ricordato che odiava di pulire la barca di suo padre, perchè il puzzo di pesce morto lo nauseava. Joe aveva altre idee. La passione per il baseball iniziò nel 1931 con la squadra San Francisco Seals, con cui restò quattro anni prima di approdare alla squadra New York Yankees, con cui giocherà tutta la sua carriera fino al suo ritiro nel 1951.
I molti record di Joe lo ha reso un idolo tra gli appassionati del
baseball. DiMaggio fu un MVP (il giocatore più di valore) tre volte e un “All Star” in ciascuna delle sue 13 stagioni durante cui aveva giocato con gli Yankees. Nel corso di tale periodo, gli Yankees vinsero 10 campionati American League e 9 World Series. Un giocatore center fielder, fu soprannominato “Joltin’ Joe” e “Yankee Clipper” dai tifosi adoranti e i media.
Ma ci furono giorni bui nel 1942 quando l’America era in guerra. I genitori di Joe, come molti immigranti italiani, giapponesi e tedeschi, erano stati dichiarati “nemici stranieri.” Giuseppe non poteva più lavorare sul Fisherman’s Wharf, e non poteva andare al ristorante di suo figlio, che era in una zona a lui proibita. La specialità del ristorante era il cioppino piccante di granchio, che era una zuppa di pesce inventato a San Francisco; a questo tempo, il cioppino fu stato rimosso dal menu.
Tuttavia, solo un anno primo Joe DiMaggio aveva dato alla nazione il suo passatempo estivo. I tifosi guardarono “Joltin’ Joe” faceva “home runs” per 56 partite consecutive, un record valido ancora oggi. Poi, mentre il governo aveva dichiarato che i suoi genitori erano “nemici stranieri,” Joe aveva lasciato gli Yankees per combattere in guerra, insieme a 3 dei suoi fratelli.
Joe ebbe un figlio, nato dalla sua prima moglie, l’attrice Dorothy Arnold. Nel 1954, si sposò con Marilyn Monroe ma l’unione durò solo 9 mesi. Secondo la leggenda, Joe fu furioso per la famosissima scena della gonna bianca che si alza e scopre le gambe di Marilyn nel film “Quando la moglie è in vacanza” (“7-Year Itch”), diretto da regista Billy Wilder.
Tuttavia, Joe e Marilyn rimanero amici. Nel 1962, quando Marilyn morì in circostanze misteriose a Los Angeles, DiMaggio organizzò il funerale escludendo i colleghi di Hollywood e le personalità politiche. Durante il funerale e prima che il feretro fu chiuso, l’avrebbe baciata tre volte dicendo: “ti amo.” Per quasi 20 anni aveva fatto mettere rose rosse sulla tomba di lei. Poi, nel 1999, mentre stava morendo di cancro ai polmoni, pare che abbia detto dal letto di morte: “Finalmente potrò essere con Marilyn.”
Il mese successivo allo Yankee Stadium di New York, veniva inaugurato un busto in suo onore, mentre Paul Simon cantava la canzone, “Mrs. Robinson.” Durante la sua vita, DiMaggio era sempre confuso dalle parole di questa canzone. Ma credo che, durante la Guerra del Vietnam e i disordini nei campus nel 1968, la canzone riflette un’aspirazione a una era più semplice e più felice quando esistevano gli eroi del baseball. Ma non dobbiamo mai dimenticare i giorni difficili del 1942 quando molti immigranti non avevano avuto la protezione dei loro diritti umani fondamentali (“Bill of Rights”).