La Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto è il 27 gennaio di ogni anno, ed è contrassegnata da speciali commemorazioni e tributi a coloro che sono morti, sopravvissuti e che hanno assistito le vittime durante la seconda guerra mondiale. Quest’anno (2021), l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles ha trasmesso online un video del 2006 per i suoi membri, Volevo Solo Vivere.* Diretto da Mimmo Calopresti e prodotto da Stephen Spielberg, questo documentario presenta gli innumerevoli orrori che nove cittadini italiani ebrai dovettero sopportare. Il film inizia con Mussolini e le leggi razziali italiane del 1938, per poi raccontare i ricordi della deportazione e dell’internamento di questi nove persone nei campi di sterminio ad Auschwitz-Birkenau, la separazione, la sofferenza di tutti e la morte di tanti, fino agli ultimi giorni della loro liberazione, il 27 gennaio 1945.
Una delle storie più avvincenti è raccontata da una donna durante la liberazione: incredula osservaalcuni nazisti di Auschwitz mentre si tolgono le uniformi e cercano di mimetizzarsi con i prigionieri. Per un momento ha l’opportunità di prendere una pistola e sparare a una ex-guardia, ma il suo codice morale ha trionfa sul suo desiderio di vendetta. Descrive anche il primo cibo che mangiò al momento della liberazione: delle albicocche, offerte da un soldato americano. Ancora oggi associa il gusto delle albicocche alla gioia della libertà.
Ho visto questo documentario con la mia amica Jean Perloff, che vive a Santa Barbara e parla correntemente l’italiano. In realtà, l’abbiamo visto ognuna a case propria a causa della pandemia, ma abbiamo parlato del film insieme dopo averlo visto. Abbiamo anche discusso delle nostre esperienze nei musei dell’Olocausto. Jean ha raccontato la sua esperienza al museo di Gerusalemme: “Yad Vashem è il memoriale ufficiale di Israele per le vittime dell’Olocausto. È dedicato alla preservazione dei ricordi dei morti, onorando gli ebrei che si sono battuti contro i loro oppressori nazisti e coloro che hanno aiutato gli ebrei bisognosi. Costruito nel 1953, Yad Vashem si trova sul versante occidentale del Monte Herzl, noto anche come Monte della Rimembranza. Il memoriale si compone di due tipi di strutture: alcune dedicate allo studio scientifico dell’Olocausto e del genocidio in generale, altre dedicate ai memoriali e ai musei per il grande pubblico.
“Un obiettivo fondamentale dei fondatori di Yad Vashem era riconoscere i non ebrei che, a rischio personale e senza motivazioni finanziarie o evangelistiche, scelsero di salvare gli ebrei dal genocidio dell’Olocausto. Quelli riconosciuti da Israele sono onorati in una sezione di Yad Vashem, conosciuta come il Giardino dei Giusti tra le Nazioni. Questi, i Giusti protesseroo i loro vicini ebrei in un momento in cui prevalevano pregiudizi, ostilità e indifferenza “.
Ho condiviso con Jean le mie esperienze in due musei americani dell’Olocausto, uno a Washington, D.C. e l’altro a Los Angeles. Lo United States Holocaust Memorial Museum, che si trova sul National Mall, è l’istituzione nazionale americana per la documentazione, lo studio e l’interpretazione della storia dell’Olocausto e funge da memoriale americano per i milioni di persone uccise durante l’Olocausto. Dalla sua apertura nel 1993, il Museo ha accolto più di 40 milioni di visitatori, tra cui più di 10 milioni di bambini in età scolare. Una delle presentazioni più agghiaccianti e memorabili per me nel museo è l’esposizione di migliaia e migliaia di scarpe di coloro che sono morti. Sebbene questa sia un’immagine potente per gli adulti, il museo è vitale per insegnare a bambini e adulti i pericoli del pregiudizio e dell’odio e la necessità di coltivare un senso di responsabilità morale.
Il Museum of Tolerance — Beit HaShoah (House of the Holocaust) è un museo multimediale a Los Angeles progettato per esaminare il razzismo e il pregiudizio in tutto il mondo con una forte attenzione alla storia dell’Olocausto. Il Museo si occupa di atrocità e genocidio in tutti i continenti, insieme a questioni come il bullismo e i crimini d’odio. Istituito nel 1993, il museo accoglie circa 350.000 visitatori all’anno (prima della pandemia), circa un terzo dei quali sono bambini in età scolare. Nella sezione dell’Olocausto del museo, si scoprono i 6 milioni di ebrei assassinati, insieme a innumerevoli altri, tra cui omosessuali, polacchi, zingari e portatori di handicap. Per bilanciare le statistiche a livello individuale, ogni visitatore all’ingresso del museo riceve una scheda generata dal computer con il nome e l’immagine di un bambino ebreo. Alla fine dell’esperienza museale, si deposita nuovamente la carta nel computer, che poi stampa la carta con l’eventuale destino del bambino. Nel mio caso, ho ricevuto una carta di un ragazzo ebreo italiano … che è morto nell’olocausto.
* Organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e dalla Consulata Generale d’Italia a Los Angeles con il Museum of the Holocaust of Los Angeles, il Museum of Tolerance Los Angeles, Università di Southern California Shoah Foundation, AJC (American Jewish Committee) Los Angeles, ADL (Anti-Defamation League) Los Angeles e Milken Community School.
Grazie per questi belli blogs,
B
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Grazie! Gina
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